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05 Settembre, 2025
602 immatricolazioni in meno rispetto al 31 agosto 2024, ma il mercato dell’autobus italiano affronta un calo fisiologico dopo la scorsa annata, da record. Secondo i dati raccolti da Anfia, a fine agosto sono stati immatricolati 2.616 autobus sopra le 8 tonnellate (si sale a quota 3.491 considerando anche i leggeri sotto la soglia delle […] 4 Settembre 2025 di Redazione
602 immatricolazioni in meno rispetto al 31 agosto 2024, ma il mercato dell’autobus italiano affronta un calo fisiologico dopo la scorsa annata, da record. Secondo i dati raccolti da Anfia, a fine agosto sono stati immatricolati 2.616 autobus sopra le 8 tonnellate (si sale a quota 3.491 considerando anche i leggeri sotto la soglia delle 8 ton di massa a pieno carico), -18,7% sul dato dell’anno passato.
C’era da aspettarselo e, infatti, ce lo si aspettava considerando la spinta propulsiva – che sta per esaurirsi – del fiume di fondi messi a disposizione dal Pnrr per il rinnovo del parco rotabile tricolore, ma considerando che dal 1° gennaio al 31 agosto la media è stata di 327 immatricolazioni al mese, la proiezione di chiusura di fine anno sarebbe di 3.924 unità: tante. E anche fossero 3.700/3.800, per la considerazione di cui sopra, sarebbe un risultato positivo.
Addentrandoci ora nell’analisi dei numeri, balza prepotentemente all’occhio il boom dei coach, che numericamente superano gli interurbani: 762 contro 677. I Classe III sono cresciuti del 38,3% e rappresentano il 29% dell’immatricolato complessivo. Crollo verticale (quasi del 52%) per i Classe II, che si fermano a 677 unità, pari al 26%.
In leggero calo (-7%), invece, gli urbani: se ne contano 1.166 e rappresentano il grosso dell’immatricolato (44,6%). Infine, ci sono anche 11 scuolabus sopra le 8 ton di ptt (ma sappiamo bene che il grosso degli scuolabus è sotto questa soglia: sono ben 341).
Se la maggioranza delle nuove targhe continua a essere diesel – 1.101, pari al 42% (ma il calo è costante) – gli autobus elettrici continuano a guadagnare strada, più che raddoppiando il volume rispetto ai primi otto mesi del 2024: sono 694 gli e-bus registrati e rappresentano oltre un quarto dell’immatricolato complessivo (il 26,5%) e, attenzione, addirittura il 60% dei nuovi urbani (per l’esattezza, 595 Classe I su 1000 sono a batteria).
Dunque il gas, con il metano nella versione Cng che fa contare 576 mezzi, mentre sono appena 3 le immatricolazioni di torpedoni Lng. I 579 nuovi veicoli a gas rappresentano il 22% delle 2.616 immatricolazioni.
Male la tecnologia dell’ibrido che nelle sue diverse applicazioni (con motorizzazione diesel o metano) raccoglie 235 targhe (-60%) e pesa per il 9%.
E l’idrogeno? 7 i fuel cell bus immatricolati, pari allo 0,3%
In cima alla graduatoria troviamo sempre Iveco Bus, che però perde non poco rispetto al dato 2024: il pallottoliere segna 824 (contro le 1.466 dell’anno passato), pari a un market share del 31,5%. Alle sue spalle continua la crescita di Daimler Buses, forte ora di una quota di mercato del 19,5%, grazie ai 416 Mercedes-Benz e ai 95 Setra messi a referto: 511 targhe per il momento (erano 460, +11%).
Terza piazza per Solaris che è sostanzialmente stabile: 239 immatricolazioni (erano 260) e quota del 9,1%. Dunque Scania in grande spolvero a quota 184 (+20%, erano 153) e quota del 7% tondo-tondo, ma ricordiamo sempre come a formare questo cospicuo numero contribuiscano anche i mezzi Irizar su chassis del Grifone. E a proposito di Irizar (2,5% di share), i mezzi “puri” sono 65, in crescita rispetto ai 45 dell’anno scorso.
Ottimo momento per MAN, anche grazie alla spinta dei turistici Neoplan (52 in totale ad oggi). Ai coach si sommano 130 Leoni, per un totale di 182 targhe, che significano una quota di mercato del 7%.
Poi, grazie a un’infornata di 150 elettrici per Roma, exploit vero e proprio per King Long con la bellezza di 152 immatricolazioni (market share del 5,8%).